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meno di 24 ore dall'attentato di Boston, è presto per poter formulare ipotesi sulla sua matrice. Nell’attentato dell’11 settembre 2001 la
responsabilità di Al Qaeda venne accertata dopo qualche mese (sarebbe ancora
dubbia secondo i sostenitori delle cosiddette tesi complottistiche[1]). Peraltro,
dalle notizie che trapelano dai media americani, l'FBI e gli altri organi di
sicurezza non hanno ancora precisi indizi né privilegiano una pista da seguire.
Possiamo quindi procedere solo per deduzioni. L'attentato può avere tre
possibili matrici: 1. quella islamica; 2.
può essere un atto di terrorismo interno; 3. pu essere l'azione di un individuo
isolato, un cosiddetto lupo solitario. Quest'ultima ipotesi sembrerebbe
la meno probabile, in quanto l'attentato si è concretizzato in due esplosioni,
mentre sono stati rinvenuti altri due ordigni che non si sono attivati; queste peculiarità
richiederebbero un'attività di coordinazione che difficilmente potrebbe essere
realizzata da un solo individuo. Scartata questa ipotesi, rimangono le altre
due. Gli Stati Uniti D'America, a differenza di alcuni Paesi europei, non hanno mai avuto
un serio fronte terroristico interno. Quindi, se fosse questa la matrice
dell'attentato, si tratterebbe di un fenomeno nuovo ed emergente; pertanto
anche questa supposizione appare poco supportata da elementi di probabilità. Resta
la pista islamica: se l'attentato di Boston fosse una iniziativa criminale di
matrice islamica, il fenomeno non andrebbe assolutamente sottovalutato. Dopo l’attentato
dell'11 settembre e quelli di Madrid e Londra, le iniziative di contrasto di Al
Qaeda, che si era accreditata come movimento terroristico contrapposto
all'Occidente complessivamente considerato - in quanto il movimento non si era prefissato come
obiettivi attentati a rilevanza regionale o collocabili all'interno di una specifica problematica locale, ma si proponeva un generale attacco al blocco occidentale - si sono
concretizzate nella lotta al terrorismo, che ha conseguito importanti successi.
Al Qaeda è stata privata del suo leader carismatico, ovvero Osama Bin Laden (il
suo successore Al Zawahiri, per quanto personaggio di notevole spessore, non
può essere paragonato alla notorietà del suo predecessore); sono stati resi
particolarmente difficili i collegamenti fra il suo suo nucleo centrale – che aveva la
regia del terrorismo - e le sue cellule periferiche – che avevano solo compiti esecutivi;
inoltre i leader che integravano la struttura centrale in quel periodo sono
stati più impegnati a sfuggire alle iniziative per la loro individuazione e
cattura messe in atto dai militari occidentali, piuttosto che ad esercitare le
attività di istituto, ovvero a coordinare una generale strategia
terroristica. Le cellule periferiche hanno cominciato ad operare in autonomia
ripiegando su obiettivi locali. Con l'attentato di Boston, qualora venisse
confermata la matrice islamica, si tornerebbe a colpire il Paese che
maggiormente rappresenta la cultura socio-politica occidentale. In altri
termini si compie nuovamente quel salto
qualitativo che aveva avuto il suo apice con l’attentato del 11 settembre 2001.
Se queste deduzioni non sono frutto di fantasia ma hanno un reale fondamento,
l'attentato di Boston potrebbe avere un duplice significato: la prima
possibilità è che Al Qaeda si stia riorganizzando tornando alla regia di iniziative
criminose contro l'Occidente considerato come un unico blocco. La seconda possibilità è che con questo
attentato di carattere non regionalistico si vada accreditando una nuova
leadership del terrorismo di matrice islamica, una nuova punta avanzata della
lotta del fondamentalismo islamico nei confronti dell'Occidente
complessivamente considerato. Se questa suggestiva e pessimistica congettura
avesse fondamento, tornerebbero di attualità i toni violenti e bellici di un
indubbio scontro di civiltà. Roberto
Rapaccini
16.04.2013