giovedì 3 gennaio 2013

29. WOULD YOU STOP ISLAMOPHOBIA? FERMERESTI L'ISLAMOFOBIA?




Sul sito del canale televisivo americano ABC, è stato pubblicato un video  dal titolo Would You Stop Islamophobia? - Fermeresti l'Islamofobia? - realizzato con la tecnica della candid camera all'interno di una forno di una cittadina nel Texas. L'attrice, indossando il tipico velo islamico, entra nel forno e chiede dello strudel. Il commesso, che in realtà è un attore, rifiuta di servirla e pronuncia una serie di offese relative alla sua appartenenza etnica; invita la donna a tornare nel suo Paese su un cammello, aggiungendo successivamente che tutti gli arabi sono terroristi. L'attrice, dalle sembianze musulmane, precisa di essere una cittadina americana nata negli USA. Gli altri avventori, ignari della messa in scena,  non sembrano volersi intromettere nella questione. La donna sembra cercare il sostegno in un cliente e gli chiede di comprare lo strudel per lei. L'uomo, dopo aver terminato il proprio acquisto, esce dal negozio, senza dar seguito alla richiesta. Intervistato, difende il diritto del commesso di discriminare i clienti, nonostante la legge americana preveda l'obbligo giuridico per un pubblico esercizio di servire tutti i clienti senza differenze di razza. La scena è riproposta più tardi: alcuni clienti difendono il commesso, che avrebbe giustamente rifiutato di servire la donna. Successivamente, la donna ottiene la solidarietà di un uomo, che in segno di protesta desiste dal servirsi in quel negozio. Due donne americane censurano la condotta del commesso e chiedono di parlare con il direttore dell'esercizio. Poi escono dal negozio in segno di solidarietà con la donna musulmana. Gli altri avventori preferiscono rimanere in silenzio. Il silenzio può essere interpretato come condivisione del pregiudizio o come mera sua tolleranza. Questo atteggiamento di supporto ad un indiscriminato pregiudizio antiarabo, se non manifesto, è stato riscontrato anche nei Paesi europei, dove peraltro la presenza dei musulmani è legata alle problematiche sociali dell'immigrazione. ROBERTO RAPACCINI