Con la firma della nuova Costituzione
si può considerare chiusa la fase della Primavera araba, iniziata due anni fa circa.
Mentre la popolazione si trova in un isolamento ideologico e materiale, delusa
e disorientata dal rapido tramonto dell'entusiasmo che aveva animato il grido
'pane, libertà, giustizia', dopo le elezioni le speranze di cambiamento sono progressivamente
scomparse. Il regime ha assunto di fatto le forme della dittatura; l'autonomia
del Presidente Morsi si è dimostrata rapidamente solo una parvenza, in quanto il
potere in realtà è saldamente nelle mano dei Fratelli Musulmani, come
dimostrano numerosi provvedimenti prima annunciati e poi ritirati. I Fratelli
Musulmani all'inizio hanno animato i moti rivoluzionari, poi ne hanno tradito
lo spirito. Le manifestazioni sono oggi represse in base ad una nuova legge,
paradossalmente si potrebbe dire che lo stato di polizia ora è..legale. In poco
tempo sono stati assassinati una decina di oppositori, fra cui un giornalista
che stava portando avanti un'inchiesta finanziaria sul parente di un noto
politico di spicco. La gente adesso ha paura di manifestare e non si è nemmeno
riunita a Piazza Tahir, come tradizione, a festeggiare il nuovo anno. Al
contrario, ad Alessandria una grande folla si è raccolta nella chiesa
copto-ortodossa dei Santi nel secondo anniversario dell'attentato contro i
cristiani che provocò la morte di 24 persone, oltre a numerosi feriti. In
questo contesto la Legal Authority for Rights and Reform - nella quale
confluiscono Fratelli Musulmani e Salafiti - ha emesso una fatwa con la quale si proibiva ai musulmani di rivolgere gli auguri
natalizi ai cristiani. Voci autorevoli del mondo musulmano, anche dall'Università
islamica di Al-Azhar, si sono levate per criticare questo nuovo odioso
neo-fondamentalismo. In nome della Sharia ognuno, soprattutto nelle
campagne, si sente autorizzato a forme di giustizia sommaria, ignorando diritto
e legalità. La nuova Costituzione è stata imposta da un referendum al quale
probabilmente ha partecipato solo il 20% della popolazione, e sono stati
avanzati sospetti di brogli. La Costituzione è stata approvata da un Senato i
cui membri sono quasi tutti di nomina
presidenziale, mentre l'opposizione è composta dalle componenti laiche e
liberali della società egiziana: giudici, media, artisti, contadini, donne,
operai. L'Egitto è vicino al collasso economico: i prezzi sono saliti vertiginosamente,
e la gente corre ad acquistare valuta estera temendo una svalutazione della
moneta. Gli investimenti locali e ed esteri sono fermi, mentre dal 2011 al 2012 il tasso di disoccupazione è
passato dall'8,5% al 12,8%; il turismo è nella sua peggiore condizione;
l'industria e l'agricoltura versano in uno stato di profonda recessione; i
tagli all'energia elettrica sono in continuo aumento. Il Paese potrebbe
essere vicino alla bancarotta. In altri Stati toccati dalla Primavera Araba la
piazza è ancora in fiamme. In un servizio trasmesso da Rai News[1]
un mese fa, alcuni giovani registi egiziani hanno dichiarato di aver documentato con vari film la
Rivoluzione; dopo l'illusione di essere all'alba di una nuova era, si sono resi
conto che nulla era cambiato. Ma - ci chiediamo - è possibile tornare indietro dopo che la
popolazione ha provato la consapevolezza di poter contare? I più ottimisti
dicono di no. Nel servizio di Rai News un
attivista dei Fratelli Musulmani sostiene che il Corano contiene
tutte le prescrizioni per trasformare l'Egitto in uno Stato moderno. Un
professore cristiano-copto dell'Università Americana del Cairo, che appartiene a
quella fascia di liberali che si sente minacciata dalla neo-islamizzazione
della contro-rivoluzione, precisa invece che già nella precedente Costituzione,
l'arabo era la lingua di Stato e la Sharia
era la fonte suprema dell'ordinamento giuridico, tuttavia vi era tolleranza
religiosa; nella nuova Costituzione queste disposizioni sono inserite in un
contesto totalmente confessionale che ne completa ed esalta il significato fondamentalista. Ha ancora senso parlare di
Primavera Araba? La Rivoluzione sembra scippata dall'Islam. ROBERTO RAPACCINI
L'Egitto e quel che resta
della primavera araba - clikka
qui
17.01.2013