Per chi segue da
un punto di vista geopolitico le vicende del mondo arabo il saggio ‘2011: l’anno
che ha sconvolto il Medio Oriente’, di Manuela Borraccino, è un riferimento di
importanza centrale.
Gli eventi della ‘Primavera araba’ - espressione sintetica che riassume quei moti di rivolta, iniziati in Tunisia alla fine del 2010 e in Egitto nei
primi mesi del 2011, e che si sono successivamente propagati con effetto domino
e con diversa intensità in altre realtà nazionali - vengono esaminati con spirito sistematico e rigore
scientifico e associati alle vicende storiche dei rispettivi Paesi delle quali costituiscono uno sviluppo. Il
2011 è un anno che passerò alla Storia come avvenne per il 1989, l’anno della
caduta del muro di Berlino. In
proposito, sembra esserci un legame fra i due fatti. Per chi è cresciuto nel
contesto politico della guerra fredda la contrapposizione fra il mondo islamico
fondamentalista e l’Occidente ha colmato il vuoto creato dal crollo dell’Unione
Sovietica: l’Islam non è soltanto una religione ma costituisce una
realtà geopolitica. Gli sviluppi dei due
eventi invece sono stati totalmente diversi: per i cittadini dei Paesi dell’Est
europeo il mondo occidentale era un
miraggio di libertà e prosperità, mentre per il mondo arabo l’Occidente,
corrotto e corruttore, costituisce sempre un esito da evitare. La reazione al
diffuso malessere per una società cristallizzata su posizioni antidemocratiche
e caratterizzata da un'inaccettabile disuguaglianza nella distribuzione delle
ricchezze ha così contribuito ad avviare la ‘Primavera araba’ verso un ‘Autunno
islamico’: rifiutando il modello occidentale, per le masse in rivolta solo il
ritorno alla purezza dell’Islam delle origini avrebbe potuto assicurare il
conseguimento o il ripristino dei valori universali della giustizia, della
moralità e della dignità. Il libro fa ordine nel complicato insieme delle
vicende del 2011 sullo scenario arabo: i capitoli dedicati ai singoli Stati,
premesse schede che oggettivamente riassumono le situazioni nazionali, si
articolano attraverso testimonianze di protagonisti, che danno un’immagine di ciò che sta avvenendo dai tratti definiti e ricca
di riferimenti culturali e sociali. Egitto, Siria e Palestina sono i Paesi
analizzati più da vicino. Un’attenzione particolare è riservata alle comunità
cristiane che vivono in una condizione di minorità nel contesto
islamico. Il saggio può per certi
aspetti considerarsi complementare a ‘Paura dell’Islam’ (clikka qui): quest’ultimo
procede per teorizzazioni generali cercando di ricavare, attraverso astrazioni,
principi e linee comuni della multiforme realtà araba. ‘2011’ invece persegue
l’obiettivo di fornire una precisa e dettagliata fotografia degli eventi, resa
viva dalle testimonianze di alcuni protagonisti, prevalentemente personalità
cattoliche che hanno spesso sperimentato sulla propria pelle un sentimento di
ostilità nei loro confronti. L’autrice,
Manuela Borraccino, ha un piacevole stile giornalistico, chiaro ed essenziale,
e proietta il lettore in una dimensione concreta dei fatti storici. La
prefazione è del gesuita Samir Khalil, attento conoscitore dell’Islam. Manuela
Borraccino è esperta del mondo arabo. Ha seguito il Vaticano e
il Medio Oriente per l’agenzia Ansa (1997-2001), per la Adnkronos (2001-2004) e
per il service televisivo internazionale ROME-reports (2004-2009). Ha scritto reportage da Israele e dai territori
palestinesi per testate italiane e straniere. ROBERTO
RAPACCINI
2011 - clikka qui
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8.1.2013