giovedì 3 gennaio 2013

20. NIZAR QABBANI di Chiara Passarella



Io ti amo quando piangi

Io ti amo quando piangi
e amo il tuo viso annuvolato e triste.
La tristezza ci unisce e ci divide
senza che io sappia
senza che tu sappia.
Quelle lacrime che scorrono,
io le amo
e in loro amo l'autunno.
Alcune donne hanno dei bei visi
ma diventano più belli quando piangono.
Nizar Qabbani

Sono venuta a conoscenza del poeta Nizar Qabbani ascoltando la trasmissione di Umberto Broccoli “Con parole mie” su Radio Uno. Non lo conoscevo ed inavvertitamente avevo  anche “presunto” che le informazioni su di lui fossero poche e reperibili con difficoltà. Stavo commettendo un errore:  oltre a trovare molte poesie con relativi commenti, ho anche appreso che  spesso le sue poesie sono state cantate, e sono cantate tuttora,  dai più grandi esponenti della musica araba (Umm Kulthum, Mohammed al-Wahhab, ‘Abd al-Halim Hafez, Majda al-Rumi, Kazem al-Saher).  Dalla Treccani on line ho ricavato notizie relative alla sua vita che riporto integralmente:  Qabbānī ‹ḳabbàanii›, Nizār. - Poeta siriano (Damasco 1923 – Londra 1998). Ritiratosi (1966) dalla carriera diplomatica, si trasferì a Beirut  dove nel 1967 fondò una casa editrice (Manshurāt Nizār Qabbānī). La sua opera poetica, caratterizzata da un forte lirismo romantico in cui l'amore e la donna sono fra gli interpreti principali (Qālat lī᾿s-samrā' "Mi disse la bruna", 1944; Ḥabībatī "La mia amata", 1961; Ilā Bayrūt al-unthā ma῾a ḥubbī "Verso Beirut, la mia amata donna", 1977), trattò anche temi politici, soprattutto dopo la disfatta araba del 1967 (Shu῾arā' al-arḍ al-muḥtalla "Poeti dei territori occupati", 1968; Qaṣā'id mutawāḥḥisha "Poesie selvagge", 1970; al-A῾māl al-siyāsiyya "Opere politiche", 1974). Nel 1973 pubblicò il saggio autobiografico Qiṣṣatī ma῾a ash-shi῾r ("La mia storia con la poesia"), in cui Q. espose le sue teorie poetiche e il suo impegno sociale e politico. Tutte le sue opere sono state raccolte in al-A῾māl ash-shi῾riyya al-kāmila ("Opere poetiche complete", 2 voll., I, 1971 e II, 1980). Una parte delle sue poesie sono state tradotte in italiano (Poesie, 1976).     Tra le varie poesie, tutte belle e degne di essere lette, ho scelto “Io ti amo quando piangi” perché ho trovato in questi versi un richiamo alla natura autunnale di questo periodo dell’anno ed una trasfigurazione della fisicità della donna amata in un qualcosa di interiore ed importante. Il poeta siriano, col suo stile raffinato, è  considerato uno dei maggiori esponenti della letteratura araba del XX secolo. Un rivoluzionario dell’amore,  dell’uguaglianza tra uomo e donna in un mondo, come quello arabo, dove tutto questo era ed è difficile da accettare. Per Nizar la donna è angelo ma nasconde anche la sua essenza sensuale. Era solito dire: “La vita priva del calore femminile non sarebbe pensabile”. La donna che Nizar ama e desidera è una donna fiera e libera, dolce e appassionata, con ombre e luci in cui specchiarsi.  Fu una tragedia a spingere Qabbani alla poesia: quando il futuro poeta e diplomatico aveva 15 anni, sua sorella Wisal, di dieci anni maggiore, si uccise per evitare un matrimonio che non voleva con un uomo che non amava. Ai suoi funerali Qabbani decise di combattere quell’ingiustizia sociale che era stata causa della morte della sorella. “L’amore nel mondo arabo è come un prigioniero e io voglio liberarlo. Voglio liberare l’anima araba, i suoi sensi e il suo corpo con la mia poesia” disse un giorno ad un intervistatore che gli chiedeva se fosse un rivoluzionario.  Nelle sue prime raccolte Qabbani canta l'amore e nella maturità una crescente consapevolezza della complessità dei sentimenti tra uomo e donna. Con la disastrosa sconfitta dei Paesi arabi nel 1967, Qabbani dispiega tutto il suo disappunto contro i governi arabi, incapaci — a suo giudizio — di gestire la situazione palestinese. La storia di Nizâr Qabbâni con la nazione araba è una storia d'amore. Per il suo "amore" egli costruì un regno senza confini e senza popolo, solo strade fatte d'amore piene di rivoluzione, rinascita e libertà.  "In ogni secolo io ci sarò, come se avessi migliaia di anni", egli diceva. La sua parola è rimasta fresca come fosse un albero di fichi, di mandorle e uva cercando sempre una terra che li raccogliesse e un cielo che li proteggesse dalla polvere della disperazione e della disgrazia. Sin dalle sue prime opere emerge un'esigenza profonda: desidera innanzitutto essere capito per cui si esprime in un linguaggio semplice e spontaneo, dove abbondano immagini nuove e vivaci.  Forse la sua fortuna è racchiusa nelle parole del poeta Adonis (clikka qui): "Fin dall'inizio spiccò tra gli altri poeti arabi suoi contemporanei per la capacità di afferrare l'attimo presente e catturare le afflizioni e gli impegni schiaccianti della gente. Per primo escogitò una tecnica linguistica particolare che abbracciava le parole della vita quotidiana con la loro diversità e ricchezza, spargendovi sopra un soffio poetico. Creò, così, un vocabolario che riconciliava l'arabo classico con il dialetto, l'antico e il moderno, l'oralità con la scrittura."

Infine vi propongo altre poesie di Qabbani:

Non rassomiglio agli altri tuoi amanti, mia signora
Se un altro ti donasse una nuvola
Io ti darei la pioggia
Se ti desse un lume
Io ti donerei la luna
Se ti donasse un ramo germogliato
Io tutti gli alberi
E se un altro di donasse una nave
Io ti darei l’intero viaggio
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O Signore, il mio cuore non mi basta più,
quella che io amo è grande quanto il mondo:
mettimene nel petto un altro
che sia grande quanto il mondo.
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Continui a chiedermi la data della mia nascita
prendi nota dunque
ciò che tu non sai,
la data del tuo amore:
quella è per me la data della mia nascita.
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Io non ho detto loro di te
ma essi videro che ti lavavi nelle mie pupille
io non ho parlato loro di te
ma essi ti hanno letto nel mio inchiostro e nei miei fogli
L’amore ha un profumo
non possono non profumare i campi di pesco.
.
********************************************
La cosa più bella del nostro amore è che esso
non ha razionalità né logica
La cosa più bella del nostro amore è che esso
cammina sull’acqua e non affonda.
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Quando amo
sento di essere il re del tempo
possiedo la terra e tutto ciò che essa contiene
e cavalco nel sole sul mio cavallo.
Quando amo
mi trasformo in fluida luce
che occhio non vede
e i versi nei miei quaderni
si traformano in campi di mimosa e papavero.
Quando amo
acqua zampilla dalle mie mani
erba cresce sulla mia lingua
quando amo
sono tempo fuori dal tempo.
Quando amo una donna
tutti gli alberi
corrono scalzi verso di me”,
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 Se il demone fosse uscito dalla lampada
e mi avese detto: Eccomi,
hai un minuto solo,
scegli tutto ciò che vuoi
di granati e di smeraldi,
io avrei scelto i tuoi occhi
senza esitazione.

CHIARA PASSARELLA