In Nigeria - soprattutto nel Nord-Est e nella capitale
- è attivo il movimento fondamentalista ‘Popolo per la Propagazione degli
Insegnamenti del Profeta e della Jihad’, meglio noto come Boko Haram,
soprannome che gli venne attribuito dagli abitanti di Maiduguri, la città nella
quale, su iniziativa di Mohammed Yusuf, nel 2001 si formò il gruppo come
reazione alla corruzione del regime federale e al malessere sociale dovuto alla disoccupazione. Boko Haram in lingua Hausa (l’idioma
maggiormente diffuso in Nigeria del Nord e in Niger)[1] può essere tradotto l'educazione
occidentale è sacrilega. Questo nome evidenzia l’obiettivo della setta: una
dura opposizione alla cultura occidentale, corrutrice della purezza dell’Islam
delle origini, al fine di istituire in Nigeria un Califfato, cioè uno Stato
fondato sull’imposizione della legge islamica, la Sharia. Boko
Haram, che è integrata anche da membri provenienti dai vicini Ciad e Niger utilizza
come lingua solo l’arabo. Ha obiettivi strettamente localizzati
geograficamente, che rientrano in un più generale progetto di destabilizzazione dell'unità del Paese: colpisce forze
dell'ordine, istituzioni governative, chiese, moschee, università. Da questo
punto di vista non può essere associata al jihadismo globale dell’AQMI (Al
Qaeda nel Maghreb Islamico) o di AL SHABAB in Somalia. Anche i rapporti del
movimento con il terrorismo internazionale non sono mai stati sufficientemente
provati. Uno dei pochi attacchi agli interessi occidentali è quello avvenuto nei
confronti del compendio dell’ONU ad Abuja nell’agosto 2011. L’incerta linea
gerarchica, la struttura poco chiara e divisa in fazioni, una catena di comando
non univoca, rendono difficili eventuali ‘contatti costruttivi’ con le istituzioni
governative nigeriane: esiste quindi anche un problema di rappresentatività,
cioè di individuazione di chi possa parlare a nome della setta. Le scarse
cognizioni sul movimento fondamentsalita sembrano pertanto essere la conseguenza dell’approssimatività
dell’organizzazione, piuttosto che il risultato di una ‘segretezza’ che limita
la penetrazione delle iniziative dell’intelligence. Il gruppo, che nel 2011 è stato
responsabile di oltre 450 omicidi, è anche noto per le violenze religiose
perpetrate con ferocia contro obiettivi cristiani, unitamente ad
ultimatum rivolti a questi fedeli di abbandonare il Nord del Paese[2]. Recentemente a Peri, vicino a Potiskum,
la capitale economica di Yobe, una regione a maggioranza musulmana ma con una
forte minoranza cristiana, un commando armato ha fatto irruzione in una chiesa
di un villaggio del Nord-Est e ha ucciso a raffiche di mitra un sacerdote e
cinque fedeli. Dopo la strage i militanti fondamentalisti hanno anche dato fuoco
al luogo di culto. Successivamente, alcune ore dopo, un altro gruppo estremista ha
attaccato la First Baptist Church a Maiduguri nella regione di Borno: un
diacono e alcuni fedeli hanno perso la vita. In realtà questi atti non sono
stati rivendicati, ma sono forti i sospetti circa l’ascrivibilità dei crimini alle
responsabilità di Boko Haram. L’acredine nei confronti della cristianità è anche
dovuta alla fede (cristiana) del Presidente del Paese, Goodluck Ebele Jonathan. I
membri di Boko Haram per il loro violento integralismo vengono anche definiti da una parte della
stampa internazionale talebani nigeriani. Oltre a Boko Haram, in
Nigeria è attivo anche il gruppo islamico Ansaru (più precisamente Jama’atu
Ansarul Musilimina fi Biladin Sudan, ovvero ‘Sostenitori dell’Islam in Terra
d’Africa’), che ha rivendicato il recente rapimento di un occidentale
(l’ingegnere francese Francis Colump). Il gruppo terrorista è stato
inserito dal governo britannico nella lista delle organizzazioni terroristiche
perché considerato responsabile anche del rapimento di Chris McManus e di
Franco Lamolinara, rimasti poi uccisi durante un blitz delle forze speciali
inglesi. A completamento dell'attuale scenario del Paese si aggiunge che l'esercito nigeriano è accusato da organizzazioni per la
difesa di diritti umani di aver perpetrato violenze contro presunti
appartenenti a Boko Haram: ci sarebbero state anche esecuzioni di persone
disarmate in alcuni villaggi del Nord. In generale, dall'inizio delle violenze
interreligiose in Nigeria sarebbero state uccise più di diecimila persone[3].
ROBERTO RAPACCINI
29.12.2012
Dopo il post:
29.12.2012
Dopo il post:
Kano (Nigeria),
30 dicembre 2012 - Nuovo massacro di cristiani in Nigeria dove le milizie
islamiste Boko Haram, hanno tagliato la gola a 15 fedeli nel villaggio di
Masuri nella regione nord-orientale del Paese abitata prevalentemente da
musulmani. Lo riferiscono testimoni e fonti di una Ong sul posto: "Dalle
informazioni che abbiamo raccolto gli assalitori hanno fatto irruzione in
alcune case ben distinte e hanno massacrato 15 persone mentre dormivano"
(da 'Quotidiano.net')
Q&A: Islamic group spreading terror in Nigeria – clikka qui
[1] La lingua di comunicazione
utilizzata tra persone di etnie diverse è l'inglese, prevalentemente in una
versione semplificata e africanizzata detta comunemente Broken English o Pidgin
English. Molti nigeriani, oltre alla lingua madre della propria etnia,
ne conoscono almeno una seconda. Hausa,
Yoruba e Igbo sono le
lingue nigeriane più parlate (da Wikipedia)
[2] Il Nord della Nigeria è a prevalenza musulmana,
mentre il Sud è a maggioranza cristiana.