sabato 29 dicembre 2012

19. NIGERIA - BOKO HARAM

In Nigeria - soprattutto nel Nord-Est e nella capitale - è attivo il movimento fondamentalista ‘Popolo per la Propagazione degli Insegnamenti del Profeta e della Jihad’, meglio noto come Boko Haram, soprannome che gli venne attribuito dagli abitanti di Maiduguri, la città nella quale, su iniziativa di Mohammed Yusuf, nel 2001 si formò il gruppo  come reazione alla corruzione del regime federale e al malessere sociale dovuto alla disoccupazione. Boko Haram in lingua Hausa (l’idioma maggiormente diffuso in Nigeria del Nord e in Niger)[1] può essere tradotto l'educazione occidentale è sacrilega. Questo nome evidenzia l’obiettivo della setta: una dura opposizione alla cultura occidentale, corrutrice della purezza dell’Islam delle origini, al fine di istituire in Nigeria un Califfato, cioè uno Stato fondato sull’imposizione della legge islamica, la Sharia. Boko Haram, che è integrata anche da membri provenienti dai vicini Ciad e Niger utilizza come lingua solo l’arabo. Ha obiettivi strettamente localizzati geograficamente,  che rientrano in un più generale progetto di destabilizzazione dell'unità del Paese: colpisce forze dell'ordine, istituzioni governative, chiese, moschee, università.  Da questo punto di vista non può essere associata al jihadismo globale dell’AQMI (Al Qaeda nel Maghreb Islamico) o di AL SHABAB in Somalia. Anche i rapporti del movimento con il terrorismo internazionale non sono mai stati sufficientemente provati. Uno dei pochi attacchi agli interessi occidentali è quello avvenuto nei confronti del compendio dell’ONU ad Abuja nell’agosto 2011. L’incerta linea gerarchica, la struttura poco chiara e divisa in fazioni, una catena di comando non univoca, rendono difficili eventuali ‘contatti costruttivi’ con le istituzioni governative nigeriane: esiste quindi anche un problema di rappresentatività, cioè di individuazione di chi possa parlare a nome della setta. Le scarse cognizioni sul movimento fondamentsalita sembrano pertanto essere la conseguenza dell’approssimatività dell’organizzazione, piuttosto che il risultato di una ‘segretezza’ che limita la penetrazione delle iniziative dell’intelligence. Il gruppo, che nel 2011 è stato responsabile di oltre 450 omicidi, è anche noto per le violenze religiose perpetrate con ferocia contro obiettivi cristiani, unitamente ad  ultimatum rivolti a questi fedeli di abbandonare il Nord del Paese[2]. Recentemente a Peri, vicino a Potiskum, la capitale economica di Yobe, una regione a maggioranza musulmana ma con una forte minoranza cristiana, un commando armato ha fatto irruzione in una chiesa di un villaggio del Nord-Est e ha ucciso a raffiche di mitra un sacerdote e cinque fedeli. Dopo la strage i militanti fondamentalisti hanno anche dato fuoco al luogo di culto. Successivamente, alcune ore dopo, un altro gruppo estremista ha attaccato la First Baptist Church a Maiduguri nella regione di Borno: un diacono e alcuni fedeli hanno perso la vita. In realtà questi atti non sono stati rivendicati, ma sono forti i sospetti circa l’ascrivibilità dei crimini alle responsabilità di Boko Haram. L’acredine nei confronti della cristianità è anche dovuta alla fede (cristiana) del Presidente del Paese, Goodluck Ebele Jonathan. I membri di Boko Haram per il loro violento integralismo vengono anche definiti da una parte della stampa internazionale talebani nigeriani.  Oltre a Boko Haram, in Nigeria è attivo anche il gruppo islamico Ansaru (più precisamente Jama’atu Ansarul Musilimina fi Biladin Sudan, ovvero ‘Sostenitori dell’Islam in Terra d’Africa’), che ha rivendicato il recente rapimento di un occidentale (l’ingegnere francese Francis Colump). Il gruppo terrorista  è stato inserito dal governo britannico nella lista delle organizzazioni terroristiche perché considerato responsabile anche del rapimento di Chris McManus e di Franco Lamolinara, rimasti poi uccisi durante un blitz delle forze speciali inglesi. A completamento dell'attuale scenario del Paese si aggiunge che  l'esercito nigeriano è accusato da organizzazioni per la difesa di diritti umani di aver perpetrato violenze contro presunti appartenenti a Boko Haram: ci sarebbero state anche esecuzioni di persone disarmate in alcuni villaggi del Nord. In generale, dall'inizio delle violenze interreligiose in Nigeria sarebbero state uccise più di diecimila persone[3].  ROBERTO RAPACCINI         

29.12.2012

Dopo il post:


Kano (Nigeria), 30 dicembre 2012 - Nuovo massacro di cristiani in Nigeria dove le milizie islamiste Boko Haram, hanno tagliato la gola a 15 fedeli nel villaggio di Masuri nella regione nord-orientale del Paese abitata prevalentemente da musulmani. Lo riferiscono testimoni e fonti di una Ong sul posto: "Dalle informazioni che abbiamo raccolto gli assalitori hanno fatto irruzione in alcune case ben distinte e hanno massacrato 15 persone mentre dormivano" (da  'Quotidiano.net')


Wikipedia: Boko Haram – clikka qui
Q&A: Islamic group spreading terror in Nigeria – clikka qui



[1] La lingua di comunicazione utilizzata tra persone di etnie diverse è l'inglese, prevalentemente in una versione semplificata e africanizzata detta comunemente Broken English o Pidgin English. Molti nigeriani, oltre alla lingua madre della propria etnia, ne conoscono almeno una seconda. Hausa, Yoruba e Igbo sono le lingue nigeriane più parlate (da Wikipedia)
[2] Il Nord della Nigeria è a prevalenza musulmana, mentre il Sud è a maggioranza cristiana.