Sul sito Terrasanta.net
è stata pubblicata questa recensione di Manuela Borraccino sul libro PAURA DELL’ISLAM, che di seguito si trascrive.
Le vittorie elettorali dell’Islam politico sembrano
aver portato nuova linfa alla tesi dello scontro di civiltà e ai rischi di
letture islamofobe di quanto sta avvenendo sulla sponda sud del Mediterraneo.
Ma proprio per questo è tanto più necessario sfatare con uno sforzo di
conoscenza stereotipi, pregiudizi e generalizzazioni, rimarca Roberto Rapaccini
in Paura dell’Islam. Il travisamento della cultura islamica nella genesi
del terrorismo, da poco in libreria. Funzionario del Ministero
dell’Interno esperto di problematiche comunitarie, impegnato nelle attività
investigative inerenti la lotta al terrorismo e il traffico illecito di armi
nelle questioni di ordine pubblico, Rapaccini non intende proporre una tesi quanto
piuttosto offrire al lettore un contributo di informazione sui fondamenti
storici, antropologici e religiosi dell’Islam. E raccontare il grande
cambiamento di paradigma avvenuto negli organi di sicurezza dopo l’11 settembre
2001, quando la prevenzione del terrorismo di matrice islamica è divenuta di
colpo una questione di rilevanza comunitaria. Con un volume agile e di taglio
divulgativo, l’autore getta luce sui tratti principali e sui nodi irrisolti
della cultura islamica (come l’assenza della nozione di laicità e la lettura
letterale del Corano). Ripercorre altresì la nascita di formazioni armate come Al
Qaeda, che si richiamano all’Islam spesso nella sostanziale acquiescenza
da parte delle autorità islamiche. Egli ribadisce così che il fondamentalismo –
che non è di esclusivo appannaggio dell’Islam – «non può essere considerato il
presupposto necessario e sufficiente delle iniziative terroristiche». Tanto più
che nelle sue ramificazioni internazionali il terrorismo presuppone capitali
ingenti, il contributo di leader carismatici e la connivenza di Stati che
forniscano appoggio: «Il terrorismo di matrice islamica è un fenomeno
degenerativo della contrapposizione fra Islam e mondo occidentale» che si basa
su equilibri geopolitici ambigui. “Si deve escludere un collegamento diretto e
necessario fra Islam e terrorismo”. Benché oggi costituisca una delle
principali minacce per la sicurezza dei cittadini, nell’Ue l’azione di
contrasto all’estremismo violento di matrice islamica è limitata, nonostante le
numerose Convenzioni in materia, dalla mancanza di una nozione di terrorismo
internazionalmente condivisa: l’autore spiega perché essa sarebbe più che mai
necessaria in un’azione comune degli Stati, soprattutto per distinguerla da
condotte disciplinate da altre fonti normative. Dopo il Trattato di Amsterdam
(1992) e di Maastricht (1999), è stato soprattutto il Trattato di Lisbona del
2009 ad aver introdotto disposizioni in materia di protezione civile che
dovrebbero potenziare la capacità dell’Ue di proteggere i cittadini e le
infrastrutture. Ma prima ancora della difesa, suggerisce l’autore, vengono la
conoscenza e il dialogo con esponenti di una civiltà che da molti secoli fa
parte del comune spazio mediterraneo, e che con le rivolte popolari del 2011
hanno dimostrato di voler emarginare il ricorso alla violenza terroristica e
alle degenerazioni in forme eversive del fondamentalismo religioso. (Manuela Borraccino, sul sito
Terrasanta.net)