martedì 16 ottobre 2012

11. INTERNET NEI PAESI ARABI (terza parte)



INTERNET NEI PAESI ARABI – Salamworld  (parte terza - fine)

Il mondo arabo ha scoperto da qualche anno l’importanza della Rete. Non potendo contenere l’interesse - soprattutto dei giovani - nei confronti delle potenzialità di questo strumento, i Governi islamici hanno promosso la creazione di un Web speculare alla nostra Rete, caratterizzata da siti che liberamente - in qualche caso anche troppo - sfruttano le possibilità della dimensione virtuale; al contrario quello arabo è generalmente un Internet controllato e con siti che corrispondono agli omologhi occidentali, ma informati ai valori della religione musulmana e  ‘depurati’ da  qualsiasi depravazione e immoralità. Si sostiene che in questo modo si evita il far west che caratterizzerebbe Internet in Occidente, laddove la libertà talvolta diverrebbe anarchia e licenza. Ma moralizzare, attraverso sottili operazioni di cosmesi ‘doverosamente’ ispirate al rispetto dei valori dell’Islam, spesso equivale a censurare, ad annullare le grandi potenzialità della Rete, che peraltro hanno avuto una considerevole importanza nell’avvio della Primavera Araba. Così è stata creata Dahsha, la Wikipedia dedicata interamente al mondo  islamico ed al servizio degli utenti di lingua araba (vedi post 2). A breve si avvierà Salamworld, l’alternativa araba a Facebook. Rispetto al più noto social network occidentale Salamworld avrà una particolare sensibilità per i precetti del Corano, per consentire ai giovani di navigare in un contesto nel quale non debbano confrontarsi con idee lontane dalla loro cultura - dicono i promotori - che assicurano anche che in questo ampio vasto spazio virtuale non viaggeranno messaggi pericolosi. Conformemente al concetto politico di Umma (ovvero di una comunità ideale che unisca politicamente tutti gli uomini di fede musulmana), Salamworld mira a costituire una comunità virtuale islamica, evitando tra l’altro l’individualismo, talvolta esibizionista, che animerebbe Facebook. Il mercato di riferimento è la Turchia, uno dei Paesi musulmani con il maggior numero di naviganti. Al momento, aprendo il sito, si legge ‘opening soon’; viene poi mostrata una pagina iniziale con informazioni generali ed un video di presentazione. Significativamente il motto del sito è ‘Meet your world….’ (‘Incontra il tuo mondo..’). Il comitato di organizzazione (meglio, il board) è costituito da specialisti della finanza e agenti commerciali destinati a operare in diciassette Paesi del Medio-oriente. Alcuni facoltosi banchieri stanno puntando su questa iniziativa. Il social network arabo sembra essere sotto il profilo finanziario una scommessa vincente, poiché il numero dei cibernauti musulmani  si sta incrementando in maniera esponenziale. Tuttavia il popolo  arabo della Rete potrebbe non gradire l’introduzione di siti web regolamentati e con accessi e navigazione limitata da filtri.  (fine) ROBERTO RAPACCINI