La parola madrasa
in arabo nell’uso comune
genericamente indica qualsiasi istituto scolastico; in un’accezione più
specifica viene riferita alle scuole che propongono un percorso educativo
orientato e focalizzato all'apprendimento dei fondamenti dell'Islam, della
lingua araba e, complessivamente, della cultura islamica. In alcuni Paesi, come
l’Egitto ed il Libano, prevale il significato generico; in altri, come il
Pakistan e il Bangladesh, le madrase sono le scuole religiose islamiche,
soprattutto di livello primario e secondario (ma anche di livello
universitario). Le madrase
possono essere associate a moschee ed essere luoghi di residenza per studenti e
insegnanti: la madrasa in questo caso
diviene centro di una comunità confessionale e
il processo educativo si colloca all’interno di una dimensione di vita nella
quale esiste solo l’Islam che convive con l’incapacità di guardare in maniera
obiettiva le altre culture. Si sviluppa così un approccio alla vita di tipo
fondamentalista, nel quale ogni problema trova
soluzione nella religione presentata in maniera acritica e dogmatica, mentre il resto del
mondo è considerato infedele poiché adotta una visione laica della fede
religiosa che, confinata nella sfera individuale, non può imporsi come modello socio-politico. L’Occidente, per questo approccio laico, è considerato in
generale l’origine di ogni male e da un punto di vista economico e sociale la
causa di ogni disfunzione . Non
c’è una correlazione fra l’insegnamento nelle madrase ed il terrorismo; tuttavia è innegabile che in esse si
consolida una cultura anti-occidentale, che in alcuni casi, a seguito di
inclinazioni personali o condizionamenti di vario genere, può incoraggiare
azioni estreme, che maturano individualmente o in un contesto organizzato. ROBERTO RAPACCINI