La situazione siriana, anche se apparentemente sembra attraversare
una fase di stallo, tuttavia in questo momento è un importante snodo della
geopolitica.
IRAN
Per l’Iran la Siria ha una grande importanza strategica. L’Iran,
infatti, pur essendo la maggiore potenza islamica, soffre una condizione di
isolamento dovuta all’assoluta prevalenza entro i suoi confini del credo sciita.
In Iran gli Sciiti – lo Sciismo è la religione ufficiale - sono il 95% della
popolazione, il rimanente 5% è sunnita. Complessivamente nel cosmo islamico i
Sunniti sono il 90/93%, mentre i seguaci dello Sciismo sono il 10/7%; è
islamico il 21% della popolazione mondiale, che corrisponde a un miliardo e
mezzo circa di individui. Gli altri Stati arabi mediorientali sono di
confessione sunnita. Il loro polo di riferimento è l’Arabia Saudita, potenza
egemone dell’area insieme all’Egitto. Per questo l’alleanza dell’Iran con la
Siria, il cui sovrano Bashar al Assad è alawita (una setta di origine
sciita), ha particolare importanza in quanto è l’unico modo per il Paese
persiano per essere presente nello scenario mediorientale. In Siria, Stato a
maggioranza sunnita, gli Alawiti, pur essendo una minoranza, governano il Paese.
Il termine alawiti, significa seguaci di Ali, vale a dire il cognato e cugino del
profeta Maometto e padre del giovane Hussein, l'uomo venerato dagli sciiti ucciso
nella battaglia di Kerbala. Gli Alawiti, che sostengono di essere Sciiti
duodecimani, vivono in tutte le grandi città della Siria, dove sono 2 milioni
(circa il 20% della popolazione). Meno di 100 mila Alawiti vivono in Libano. Alawita
è Bashar al Assad, presidente siriano, così come fu prima di lui suo padre
Hafiz al Assad. L’Iran pertanto ora sostiene Assad, ma nella malaugurata
ipotesi della sua caduta o ritiro, si prepara ad
un’eventuale transizione che gli sia favorevole e che gli consenta di
proteggere i propri interessi nell’area, anche contando su una rete di milizie
fedeli di stanza in Siria (secondo alcune fonti questi miliziani sarebbero più
di 50 mila). Per questo cresce l’importanza strategica degli Hezbollah,
movimento fondamentalista libanese sciita alleato dell’Iran. Gli Hezbollah sono
considerati da Stati Uniti, Egitto, Israele, Australia e Canada un’organizzazione
terroristica. Al momento L'Unione Europea non ha incluso il movimento nella lista
dei gruppi che sono riconosciuti come controllate direttamente o indirettamente
da persone che commettono o tentano di commettere atti terroristici,
partecipano a questi o ne facilitano l'esecuzione; la lista è prevista da una posizione
comune (2001/931/PESC) del 27 dicembre 2001. ROBERTO RAPACCINI (continua)